Satoshi Nakamoto: le ultime ipotesi sul creatore di Bitcoin

La ricerca di Satoshi Nakamoto, l’ormai leggendario fondatore di Bitcoin, continua a rappresentare una forte suggestione per l’intera comunità crittografica.

Come dimostrano del resto le ultime novità filtrate nei giorni passati, relative proprio alle vicende che lo hanno interessato nel periodo poi culminato nella nascita della regina delle criptovalute.

Novità le quali sembrano prefigurare una realtà abbastanza diversa da quella che era stata ipotizzata nel corso degli anni.

Satoshi Nakamoto, l’editoriale di The Chain Bulletin

Satoshi Nakamoto era a Londra durante la creazione di Bitcoin? A lanciare l’ipotesi è The Chain Bulletin, in un editoriale nel quale sono stati resi noti i risultati di una ricerca messa in campo con l’intento di ricostruire gli eventi culminati nel varo dell’icona crittografica.

Pubblicato lo scorso 23 novembre, l’articolo è stato firmato da Doncho Karaivanov, il quale ha provveduto a spiegare che i ricercatori hanno setacciato molto materiale, tra cui i post Bitcointalk di Satoshi, quelli su SourceForge, le comunicazioni di posta elettronica e molti altri dati disponibili.

Un lavoro di setaccio il quale ha portato infine ad una conclusione abbastanza precisa: la residenza di Satoshi Nakamoto all’epoca era a Londra.

Scartando invece con decisione l’ipotesi che potesse trattarsi di una persona di origini giapponesi o australiane, ovvero quelle che ormai da tempo girano al proposito.

Una conclusione la quale probabilmente non piacerà molto molto a Craig Wright, l’uomo d’affari australiano che ormai da tempo cerca di accreditare l’ipotesi di essere il vero Satoshi Nakmoto.

E il quale, soprattutto, deve cercare di dimostrarlo nell’aula di tribunale in cui si dibatte la causa che gli è stata intentata da Ira Kleiman.

Gli indizi più corposi emersi sinora

Tra gli indizi più corposi ravvisati nel corso della ricerca, Karaivanov cita un messaggio che Nakamoto ha incluso nel blocco della genesi di Bitcoin: “The Times 03/Jan/2009 Chancellor on brink of second bailout for banks.”.

Si tratta in effetti di una citazione diretta tratta da un articolo pubblicato su “The Times”, il celebre quotidiano londinese, il 3 gennaio del 2009.

Nel quale appunto si faceva riferimento ad un piano di salvataggio per le banche britanniche le quali erano al momento in grave difficoltà.

Ove Satoshi avesse vissuto all’epoca negli Stati Uniti, non avrebbe potuto essere al corrente di questo titolo, in quanto la versione online dell’articolo ne riportava uno diverso.

Altro fattore che spinge i ricercatori ad affermare la nazionalità britannica dell’inventore di Bitcoin è poi il modo di scrivere utilizzato nel materiale consultato.

Il quale riconduce a forme linguistiche tipiche di chi ha origini britanniche e tali da rendere plausibile l’ipotesi che la persona in questione vivesse proprio a Londra.

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