I distributori di benzina del Venezuela obbligati ad accettare Petro

Le pompe di benzina del Venezuela sono state costrette dal governo di Caracas ad accettare la criptovaluta nazionale, Petro, per i pagamenti da parte della clientela, con l’applicazione di uno sconto.

L’ annuncio del governo è giunto proprio si sta verificando un aumento generalizzato dei prezzi della benzina nel paese, a seguito della decisione di rimuovere i sussidi i quali avevano in pratica azzerato il prezzo del carburante.

Cosa prevede il nuovo regime deciso da Caracas

Il nuovo regime deciso dal governo, prevede che ai proprietari di auto sia assegnata un’indennità di 120 litri al mese al tasso di 0,02 dollari, mentre i motociclisti hanno diritto a 60 litri mensili.

In conseguenza di quanto stabilito, i primi hanno la facoltà possono acquistare due serbatoi pieni per circa $ 2,40, ovvero l’equivalente del 37% del salario minimo in vigore nel Paese sudamericano.

L’indennità sovvenzionata è però disponibile solo per coloro che possiedono una carta d’identità nazionale, ovvero il documento che secondo settori dell’opposizione non sarebbe altro che uno strumento di controllo della popolazione da parte del governo.

Un problema tecnico rischia di ritardare le operazioni

Gli esperti hanno però indicato un problema di non poco conto nello schema che è stato ideato dal governo.

Per i pagamenti in Petro, infatti, non potrà essere utilizzato Petro Wallet, l’unico portafoglio in grado di supportare la valuta digitale nazionale.

Il solo sistema di pagamento accettato è quello biometrico “Patria” il quale, però, non è ancora compatibile con il portafoglio della app.

Si prevede comunque che il problema possa essere risolto a breve, in modo da non creare difficoltà agli utenti.

L’economia venezuelana si avvia verso una digitalizzazione sempre più spinta

La ragione che sembra all’origine di questo provvedimento è quella tesa a digitalizzare sempre di più l’economia del Paese.

Una esigenza indotta dall’embargo in atto ormai da tempo da parte degli Stati Uniti e di fronte alla quale Nicholas Maduro ha puntato con grande forza sulle criptovalute.

Dando vita ad una serie di provvedimenti i quali hanno avuto il risultato di avvicinare sempre di più la popolazione agli asset digitali.

Sono così sempre di più i cittadini venezuelani che provvedono all’immediata conversione di stipendi e pensioni in Bitcoin o altre monete virtuali.

Un modo di operare che consente a chi lo adotta di limitare la perdita del proprio potere d’acquisto collegato invece all’utilizzo del bolivar.

La moneta tradizionale, infatti, ormai da tempo è sottoposta ad un indice di svalutazione che rende difficile la vita alle classi popolari.

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