Il Secret Service degli Stati Uniti si occupa sin dal 1865 di contrastare la contraffazione del dollaro e tutti i fenomeni i quali possono comportare un danno per il biglietto verde.
Non stupisce, quindi, che abbia deciso di occuparsi di un fenomeno come le criptovalute, proprio per l’incidenza che esse possono avere sul sistema finanziario a stelle e strisce.
Il ruolo dell’agenzia nella situazione odierna
A spiegare il ruolo dell’agenzia è stato di recente Jonah Force Hill, un suo consulente, nel corso di una intervista rilasciata a Forbes.
Durante la quale ha ricordato come tra i compiti del Secret Service ci siano anche le indagini sui crimini informatici, tra cui i reati associati all’utilizzo delle valute digitali.
Un lavoro reso molto complicato da quanto accaduto durante la pandemia di coronavirus, che ha visto questo genere di crimini impennarsi nell’ordine del 75%.
Nulla, comunque, rispetto al 900% in più fatto registrare dagli attacchi di ransomware nello stesso periodo, dato ricordato da Tom Kellermann, responsabile della strategia informatica di VMware.
Le statistiche sono molto difformi
Al proposito, va però rilevato come le statistiche siano molto difformi, a seconda della provenienza.
Se secondo Chainalysis solo l’ 1,1% delle attività illecite avviene con il coinvolgimento di criptovaluta, secondo il Federal Bureau of Investigation (FBI) la moneta digitale verrebbe impiegata addirittura nel 75% dei casi di riciclaggio di denaro sporco.
L’offerta di servizi criminali sul Dark Web
Altra cosa molto interessante ricordata da Hill è l’offerta di servizi legati all’hacking sul Dark Web.
In pratica gli hacker offrono la loro competenza per attività criminali online, dando l’opportunità a chi vuole di formare bande per una sola operazione, da sciogliere una volta che essa sia andata in porto.
Un vecchio schema del crimine organizzato che, a quanto pare, è stato riadattato ad un’epoca che offre molte opportunità proprio per effetto della grande diffusione delle tecnologie informatiche.
Il parere positivo sulla crittografia
Nonostante quanto messo in rilievo nel corso dell’intervista concessa a Forbes, Hill ha comunque tenuto a precisare che il giudizio del Secret Service sulla crittografia è sostanzialmente positivo.
Il suo utilizzo all’interno dei nuovi schemi criminali è soltanto un aspetto accessorio e condannare le criptovalute per questo coinvolgimento non ha senso.
Altrimenti anche il denaro tradizionale dovrebbe essere visto con sospetto, considerato il suo impiego nelle attività illecite.
Un parere assolutamente condivisibile, il quale pone in rilievo come sia da combattere il crimine, a prescindere dagli strumenti che utilizza, senza attardarsi a pensare di mettere al bando le valute virtuali solo perchè utilizzate anche dalla criminalità.