La Cina prosegue spedita verso il varo della sua CBDC (Central Bank Digital Currency). Lo yuan digitale è ormai considerato una priorità per il gigante orientale, insieme alla blockchain e le autorità monetarie non si fanno pregare per dettare i tempi del processo che dovrà portare alla sua adozione.
In particolare è la People’s Bank of China (PBoC) a guidare passo dopo passo il procedimento. Come è accaduto nel corso delle ultime ore, in cui fonti interne alla banca centrale di Pechino hanno rilasciato alcune dichiarazioni molto interessanti.
La criptovaluta cinese sarà pronta prima delle prossime Olimpiadi invernali
E’ stata proprio la People’s Bank of China ad affermare che lo yuan digitale sarà già operante per le prossime Olimpiadi invernali. Un evento che si terrà a Pechino e nella provincia dell’Hebei, in vista del quale gli sforzi del governo saranno sicuramente intensificati.
Considerato come la fase di test sia già entrata nel vivo, in particolare a Shenzhen, Suzhou, Xiong’an New District e Chengdu, sembra abbastanza improbabile che per il 2022, anno dei giochi, la CBDC cinese non sia già stata rodata dall’utilizzo giornaliero.
Una considerazione che spinge molti analisti a prevedere il 2021 come l’anno in cui lo yuan digitale farà il suo esordio sui mercati.
Lo yuan digitale non si aggiungerà a quello tradizionale
Tra le altre notizie che stanno girando nel corso delle ultime ore, sullo yuan digitale, ve ne sono alcune che chiariscono meglio il quadro.
A partire da quella secondo la quale non sarà un’aggiunta alla valuta tradizionale già circolante. Il quantitativo che sarà immesso sul mercato, in pratica, andrà a sostituirne analoga massa di valuta fiat. In tal modo non sarà aumentata l’inflazione.
Perché la Cina corre verso la sua criptovaluta?
Naturalmente la corsa della Cina verso il varo della sua criptovaluta spinge molti analisti a chiedersi quali ne siano i motivi.
Tra quelli più gettonati negli ultimi giorni c’è una notizia proveniente dagli Stati Uniti. Una parte del Partito Democratico, infatti, sta proponendo l’adozione di un dollaro digitale. Una mossa contro il coronavirus, ma che da alcuni è stata interpretata anche come una risposta allo yuan digitale.
Va però sottolineato come Donald Trump anche nelle ultime settimane abbia ribadito che il suo Paese può contare su una valuta adeguata, il dollaro tradizionale.
Resta naturalmente da capire se l’evolversi della situazione non indurrà l’attuale inquilino della Casa Bianca a mutare i suoi convincimenti. Intanto, però, la Cina ha deciso di portarsi avanti sulla strada della sua criptovaluta, in modo da accumulare un vantaggio che potrebbe risultare decisivo.