Bitcoin

La piccata reazione della comunità cripto ai giudizi di Goldman Sachs

Il giudizio liquidatorio espresso nel corso di una conference call di Goldman Sachs su Bitcoin e asset digitali in genere, ha destato un notevole fuoco di sbarramento da parte della comunità dei criptofans.

C’era naturalmente da aspettarselo, ma le bordate che sono state riservate alla banca d’affari non hanno certo cercato di smussare i toni della polemica.

Anzi, si può dire che abbiano obbedito al celebre detto “a brigante, brigante e mezzo”, considerati i toni piccati che le hanno caratterizzate.

Le bordate di Tyler Vinklevoss

Di particolare rilievo le bordate assestate da Tyler Vinklevoss, il cofondatore dell’exchange Gemini, il quale ha così commentato i commenti della banca: “Un tempo le criptovalute erano dove andavi a finire se non riuscivi a farcela in Wall Street. La qualità delle recenti ricerche su Bitcoin condotte da Goldman Sachs dimostra una riduzione di talento. Oggi Wall Street è dove finisci se non riesci a farcela nel settore delle criptovalute.”

Non contento, ha poi aggiunto un’altra notevole stilettata: “Ma che vi fumate? Pensavo che Goldman fosse la banca di Wall Street per banchieri svegli.”

La reazione di Dan Tapiero e John Bednarski

Se Tyler Vinklevoss ha puntato sul sarcasmo, Dan Tapiero, fondatore di D-TAP Capital, ha deciso a sua volta di andare proprio sul pesante, affermando che Goldman Sachs non ottiene commissioni quando un cliente acquista Bitcoin.

Solo qui, quindi, ovvero in una maldestra tutela dei propri interessi, sarebbe da ricercare la ratio del giudizio rilasciato dalla banca.

Una dichiarazione cui ha fatto eco John Bednarski, il CEO di School of Arms Media, secondo il quale potrebbe essere invece un puro e semplice tentativo di far abbassare il prezzo di Bitcoin e comprarlo ad un prezzo rispetto al quale sarebbe più facile lucrare in futuro.

Un argomento che fu del resto adottato nei confronti di Jamie Dimon, il CEO di JP Morgan Chase, quando si venne a scoprire che dopo le sue parole su Bitcoin, accusato di essere una truffa, la sua banca aveva in realtà trafficato sulla criptovaluta.

Intanto gli Hedge Fund acquistano

Nel frattempo, però, va sottolineato come una parte del mondo finanziario non tenga assolutamente in conto le affermazioni di Goldman Sachs.

In particolare ad ignorarle sono gli hedge fund che costituiscono ormai l’88% della clientela di Grayscale Investments.

L’azienda impegnata nel trading di asset digitali, infatti, dopo il 12 maggio, giorno dell’halving, ha acquistato quantitativi di Bitcoin sempre più ingenti, addirittura il 153% rispetto ai token che sono stati estratti dopo il dimezzamento delle ricompense spettanti ai miners.

Dario Marchetti

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