Più di una volta è stato evocato l’utilizzo della blockchain nell’ambito delle votazioni di carattere politico.
Proprio questa tecnologia, infatti, sarebbe in grado di garantire il massimo di sicurezza nei processi elettorali, grazie alla capacità di certificare i dati contenuti al suo interno.
Se ne era parlato molto in occasione delle primarie del partito democratico tese ad individuare il candidato da opporre a Donald Trump nelle prossime presidenziali.
In particolare l’associazione Follow My Vote aveva lanciato una campagna tesa alla creazione di un software in grado di sfruttare la blockchain di EOS onde consentire alle persone non solo di votare i propri candidati, ma anche di permettere di cambiare il relativo voto.
E’ stato pero il partito dell’attuale Presidente a precedere tutti, adottando la blockchain nel corso della sua convention.
La convention del Partito Repubblicano è l’evento nel corso del quale i membri del partito selezionano i candidati per le elezioni statali o presidenziali.
Se di solito l’evento si svolge fisicamente, stavolta non è stato possibile farlo a causa dell’incombere del Covid-19.
E’ stata così presa una strada che sembra introdurre una fase del tutto nuova della politica, con l’impiego della blockchain.
Il passato 9 maggio è stata Voatz a fornire la sua tecnologia ai funzionari del Partito repubblicano dell’Arizona, permettendo in tal modo di votare tramite app a 1100 delegati.
Un evento che ha replicato quanto era accaduto in Utah.
Va però rilevato che neanche in questa occasione è stato possibile evitare polemiche, come si ripromettevano gli organizzatori degli eventi.
In precedenza, infatti, i ricercatori del MIT avevano affermato di aver scoperto buchi nella app di Voatz.
Un giudizio che era stato giudicato con inusitata durezza dall’azienda, la quale aveva a sua volta giudicato in malafede il rapporto emesso.
Nella risposta affidata al suo blog, Voatz aveva affermato che i ricercatori del MIT avevano dato un giudizio su una versione obsoleta del sistema applicato alle convention repubblicane.
Inoltre avevano dato vita ad un sistema del tutto errato, a differenza di altri 100 con la società ha collaborato proprio al fine di riscontrare eventuali buchi e porvi riparo.
Infine hanno accusato apertamente i ricercatori del MIT di non essere realmente interessati a migliorare l’app di Voatz, ma ad affossarla definitivamente.
L’azienda ha infine ricordato che il sistema approntato è il risultato di cinque anni di lavoro e che è stato sperimentato già in nove eventi di natura politica che hanno coinvolto oltre 6mila elettori, senza che mai un problema fosse segnalato agli organizzatori.
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