Criptovalute per il pagamento delle tasse in Venezuela

Il Venezuela continua ad avanzare a grandi passi verso una economia sempre più digitalizzata.

Nella quale un posto di riguardo spetta naturalmente al Petro, la cripto di stato su cui Nicholas Maduro punta per aggirare almeno in parte le restrizioni causate dall’embargo statunitense.

L’ultimo passo in tal senso è rappresentato dalla decisione presa dal Consiglio Bolivariano dei Sindaci, il quale ha firmato un “Accordo di Armonizzazione Fiscale Nazionale” riservato a 305 comuni del Paese.

Grazie ad esso i residenti delle municipalità interessate potranno infatti pagare tasse e multe utilizzando il Petro (PTR).

Dall’accordo sono esclusi i centri governati dall’opposizione

Va sottolineato che dall’accordo appena firmato saranno esclusi i centri guidati dalle opposizioni.

Si tratta in pratica di una trentina di centri che, non avendo accettato di implementare il Petro, non posseggono la tecnologia in grado di favorire i pagamenti digitali.

Nel loro caso, di conseguenza,le tasse saranno riscosse esclusivamente sotto forma della valuta fiat nazionale, il bolivar.

Prosegue l’adozione del Petro all’interno dei confini nazionali

Nei comuni guidati dal Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV), invece, i cittadini che lo vorranno fare potranno pagare utilizzando la criptovaluta di Stato.

Per la quale prosegue la campagna tesa a renderla sempre più utilizzata nella vita di tutti i giorni. Una campagna portata avanti ormai da tempo dal governo di Caracas, con il preciso fine di resistere alle sanzioni imposte da Donald Trump.

A tal proposito va sottolineato come, almeno sulla base delle stime governative, quasi il 15% dei pagamenti all’interno delle stazioni di rifornimento per il carburante vede l’impiego di Petro.

Un Paese sempre più orientato verso le criptovalute

Va anche sottolineato come il Venezuela, al pari di altri Paesi del continente, sia sempre più orientato verso il denaro digitale.

Non solo Petro, ma anche Bitcoin e Altcoin sono sempre più utilizzate dai venezuelani. A spingerli in tal senso è la continua erosione del potere d’acquisto del bolivar.

La valuta nazionale, infatti, vanta livelli inflattivi i quali spingono i cittadini, almeno quelli che possono, a cercare vie alternative per la gestione delle proprie finanze.

Molti lavoratori e pensionati, proprio per evitare l’erosione dei propri livelli reddituali, provvedono a cambiare i loro emolumenti non appena ricevuti.

Se le monete virtuali sono caratterizzate da una elevata volatilità, i rischi ad essa connessi sono comunque minori rispetto a quelli comportati dalla detenzione di bolivar.

Proprio per questo motivo il Venezuela è tra i Paesi sudamericani ove le monete virtuali riscuotono un successo sempre più notevole.

Dario Marchetti

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