La televisione di Stato cinese parla di Bitcoin

La televisione cinese di Stato, China Central Television, ha parlato sul suo sito di quanto sta accadendo intorno al Bitcoin.

Si tratta di un evento di non poco conto, considerato come la posizione ufficiale del governo di Pechino sia stata a lungo contraria alla più famosa delle criptovalute.

Un atteggiamento consigliato dal ruolo puramente speculativo attribuito a Bitcoin, tale da andare quindi contro la concezione economica che ispira il gigante orientale.

Perché proprio adesso?

L’articolo in questione ha analizzato nel dettaglio quanto è accaduto alla quotazione del Bitcoin in occasione dei precedenti halving, quelli del 2012 e del 2016.

Inoltre ha citato Paul Tudor Jones, il punto di riferimento di uno dei maggiori fondi d’investimento mondiali, balzato di recente agli onori delle cronache per il fatto di aver aperto le porte all’acquisto di Bitcoin.

La questione è interessante proprio se messa in relazione con quanto sta accadendo in Cina sulla questione dello yuan digitale.

Il quale è ormai entrato nella sua fase di test in quattro città, teso a ufficializzarne il lancio entro il prossimo anno, in modo da averlo già operante per le prossime Olimpiadi invernali di Pechino, nel 2022.

La Cina si avvia verso una massiccia digitalizzazione monetaria

La Cina si sta avviando verso una massiccia digitalizzazione monetaria.

Proprio la strada dell’innovazione finanziaria è stata individuata come una delle direttrici attraverso le quali è possibile attaccare la leadership globale degli Stati Uniti.

In pratica, Pechino è intenzionato ad incrinare il potere imperiale del dollaro e questo presuppone uno spostamento del campo di battaglia su un terreno meno tradizionale.

Questo terreno sarebbe proprio quello rappresentato dall’innovazione tecnologica, e in questo ambito gli strumenti individuati sono la CBDC (Central Bank Digital Currency) e la blockchain.

I terreni su cui, appunto, Pechino starebbe concentrando grandi sforzi in ottica futura.

Le criptovalute non sono più un tabù

Nel quadro che si va formando, le monete digitali non sono più un tabù, come è stato per lungo tempo.

Anzi, iniziare a parlarne sempre di più potrebbe essere il modo per spingere la popolazione ad incuriosirsi e iniziare a pensare a come esse potrebbero incidere sulla vita di tutti i giorni.

In tal modo si preparerebbe la strada per l’avvento dello yuan digitale, che è peraltro ormai entrato nel pieno della fase di test approntata per saggiarne la validità.

Una fase che vede protagoniste quattro città e una lunga serie di marchi che hanno accettato di essere associati alla fase di test.

Il tutto, secondo gli esperti, dovrebbe portare all’esordio della nuova criptovaluta di Stato nel 2021.

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