I dati confermano il crollo dell’hash rate di Bitcoin

I dati disponibili per gli ultimi giorni sembrano confermare il vero e proprio crollo nell’hash rate di Bitcoin.

Secondo la piattaforma Digitalik.net., infatti, nella giornata di domenica sarebbero stati appena 95 i blocchi generati.

Per capire meglio occorre ricordare che nel corso degli ultimi 10 anni soltanto in 8 occasioni si era verificato un dato giornaliero simile.

Le cause del crollo

Secondo gli analisti di Digitalik.net il crollo verificatosi nella blockchain di Bitcoin sarebbe senz’altro da ascrivere al recente halving.

Inoltre hanno aggiunto che se il dato di domenica è stato il più basso, la media dopo il 12 maggio si è attestata giornalmente tra i 100 e i 120 blocchi.

Va anche ricordato come la velocità di generazione dei blocchi dipenda non solo dall’hash rate del network, ma anche dalla difficoltà di mining, la quale provvede a regolarsi automaticamente ogni 2016 blocchi, facendo in modo che la creazione di un nuovo blocco di transazioni richieda comunque circa dieci minuti.

L’hash rate potrebbe proseguire a scarto ridotto ancora a lungo

Sempre secondo gli analisti di Digitalik.net, non è detto però che l’hash rate possa tornare alla media di dieci minuti.

In primo luogo perché si tratta di un dato che viene aggiornato in base ai numeri dell’ultimo rilevamento e poi perché bisogna vedere quello che accadrà tra i miners, ove la situazione è ancora in via di definizione.

Se nelle ore successive al dimezzamento delle ricompense molte macchine, in particolare le più obsolete, sono state spente in quanto non più in grado essere redditizie, l’arrivo di nuovi dispositivi, in particolare quelli di Bitmain, potrebbe mutare radicalmente il quadro.

Il prezzo di Bitcoin è per ora un’incognita

Altro fattore da tenere presente è poi il prezzo di Bitcoin, che sembra in questo momento in fase di assestamento.

L’ultimo dato disponibile lo vede nei pressi di quota 9800 dollari, quindi pronto ad attaccare una resistenza cruciale come quella posizionata a 10mila.

Ove riuscisse a sfondarla e iniziare uno dei suoi spettacolari rally, anche nel settore del mining si potrebbero verificare rimescolamenti in grado di influire sullo stesso livello dell’hash rate.

Chi aveva preferito dedicarsi alle Altcoin, ad esempio, potrebbe tornare suoi suoi passi, proprio in considerazione del fatto che pur essendo dimezzato il compenso, sarebbe proprio il valore del token a conferire redditività all’attività di calcolo.

Altra variante è poi quella relativa alle commissioni spettanti per l’attività di convalida, che negli ultimi giorni è schizzata verso l’alto, a livelli inusitati.

Anche in questo caso resta da capire l’impatto della questione sulla rete Bitcoin, considerato che molti potrebbero decidere di non utilizzare il proprio denaro digitale nelle attività di ogni giorno.

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